La crostata vaniglia e fragole è l’espressione geometrica della dolcezza, dell’equilibrio perfetto tra bellezza e bontà.
Ci sono dolci che parlano al cuore, e altri — più rari — che parlano anche all’inconscio estetico di chi li guarda.
La crostata vaniglia e fragole fa entrambe le cose. È un dolce che sembra uscito da un laboratorio francese e invece nasce (più o meno) da ingredienti che abbiamo tutti in dispensa. Tranne la pazienza: quella, per questa ricetta, va comprata a parte.
Parliamo di una crostata moderna, dove ogni strato ha un senso, una voce, un ritmo.
Alla base, una pâte sucrée alla vaniglia, friabile e precisa, con la compostezza elegante di certe cose fatte bene al primo colpo.
Subito sopra, una crema alle mandorle cotta direttamente nel guscio, che profuma di forno buono e memoria calda.
Poi arriva lei, la crema pasticciera alla vaniglia, morbida, lucida, pacificatrice. E, a rompere la dolcezza, un confit di fragole: brillante, leggermente acidulo, con quel tono rosso intenso che grida primavera.
Il tutto ricoperto da una coreografia ipnotica di fettine di fragole disposte a spina di pesce, che fanno sembrare ogni fetta un piccolo quadro.
Non è una crostata da merenda disattenta.
È una dichiarazione d’intenti.
È il dolce che porti quando vuoi dire “so cucinare”, ma anche “so aspettare”, “so scegliere le fragole migliori”, e soprattutto: “so quando vale la pena fare le cose per bene”.
La ricetta richiede un po’ di precisione, è vero. Ma la soddisfazione — e l’applauso silenzioso che sentirai quando la poserai sul tavolo — ne valgono ogni passaggio.
E allora mani in pasta, ché il forno aspetta.

Torta Mandorì
Eccoci, con parole e zucchero, nella cucina di una memoria